Artemide (in greco: Ἄρτεμις, Ἀρτέμιδος). Artemide era la dea della caccia, della selvaggina, dei boschi e una divinità lunare. Era, per sua espressa richiesta, vergine ma era adorata anche come dea del parto e della fertilità perché si diceva avesse aiutato la madre a partorire il fratello Apollo.Fu una tra le più venerate divinità dell’Olimpo e la sua origine risale ai tempi più antichi. In epoca romana fu associata a Diana, mentre gli Etruschi la veneravano con il nome di Artume.Artemide veniva specialmente adorata a Sparta, Munichia, Braurone e Delo (la sua città natale). Il cervo e il cipresso erano fra i suoi simboli sacri.
La nascita
Artemide è figlia di Zeus e Latona (figlia dei Titani Ceo e Fede) e sorella gemella di Apollo. Al momento dell’unione, il Re degli Dei trasformò Latona e se stesso in quaglie. Era, Regina degli Dei e moglie di Zeus, ordinò a Pitone di non farla partorire su nessuna terra dove avesse brillato il sole. Latona riuscì a partorire su uno scoglio dove non batteva mai il sole sull’isola vagante di Delo, che non era altro che sua sorella Asteria tramutata in isola. La prima a nascere fu Artemide, che poi aiutò la madre a partorire suo fratello gemello Apollo.
L’infanzia
Come racconta il poeta Callimaco a 3 anni Artemide chiese al padre:
1. Di rimanere sempre vergine
2. Di avere molti nomi
3. Di avere un arco ricurvo forgiato dai Ciclopi
4. Di concederle sessanta Oceanine di nove anni come ancelle
5. Di darle venti ninfe figlie del fiume Amnìso perché si curino dei suoi calzari e dei suoi cani quando non caccia
6. Di cederle tutti i monti e quante città vorrà lui dedicarle.
Zeus accontentò la figlia e gli donò inoltre tre città, che avrebbero onorato soltanto lei e la nominò custode delle strade e dei porti.
Latona partorì su uno scoglio dove non batteva mai il sole